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Prefazione. ( Mario Russomanno )Mettiamo le cose in chiaro. Quando ti propongono la lettura del romanzo di un autore esordiente sospetti, e temi, che costui abbia preso carta e penna in un periodo esistenziale per mettere in prosa gli accadimenti della propria vita da lui, e quasi sempre solo da lui, ritenuti degni di interesse letterario e pubblica curiosità.Magari camuffati attraverso escamotage narrativi troppo facili da di svelare e dunque da subito noiosi per un lettore appena appena smaliziato.Talvolta, per non dire frequentemente, è così. E in quei casi chi deve recensire l'opera si chiede perché in troppi si ostinino a inseguire la gloria letteraria invece che coltivare più terrene e spesso assai più remunerative passioni.Ma non è il caso di questo libro.Questo gradevole romanzo ci parla di accadimenti ed atmosfere che non appartengono allo sterile struggimento intimistico bensì, con le debite proporzioni, alla sfera dell'epica, del racconto cosmopolita, della affabulazione vasta e dai confini territoriali ambiziosi.Siamo, insomma, dalle parti del thriller che trova nella Storia, nelle tradizioni religiose e conventuali, nell'ardimento di giovani ed entusiasti ricercatori la propria cifra di lettura. Genere che vanta formidabili precedenti soprattutto nella letteratura d'intrattenimento angloamericana degli anni '70 e '80 e nella cinematografia del periodo appena successivo.Che il nostro autore rivisita con piglio deciso ma anche con senso della misura tipicamente romagnolo. In Romagna nessuno si prende troppo sul serio, se vuole potere uscire di casa senza il rischio d'essere spernacchiato.E infatti, prudentemente, il racconto s'appoggia anche su fondali caserecci e conosciuti, in osservanza della regola che impone di scrivere di ciò che s'è visto e frequentato.Ecco dunque i protagonisti cimentarsi con i misteri dell'Eremo di Camaldoli od aggirarsi in luoghi di suggestione locale come la Chiesa ed il bosco di Scardavilla, incastonati nella Meldola che offre quotidianamente asilo e lavoro al nostro autore.E dunque per noi romagnoli il gusto della lettura è duplice, offrendoci anche uno rivisitazione di siti e giacimenti culturali che siamo abituati a frequentare per pura e giustificata vocazione turistica.E complimenti all'estensore di questa incoraggiante opera prima, forse partorita dalla necessità di raccontare il mondo con vena fantastica da parte chi lo descrive per mestiere attraverso il suo affermato status professionale di fotografo.L'immagine, del resto, la forza nitida ed allegorica dell'immagine, si riverbera vigorosamente nella scrittura di queste pagine. Che si collocano a pieno titolo tra le cose migliori che la penna degli scrittori esordienti abbia prodotto ultimamente. Mario Russomanno.
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